La procedura per eleggere il presidente della Repubblica è stabilita dalla Costituzione (articoli 83, 84 e 85). Trenta giorni prima della scadenza del mandato, il presidente della Camera dei deputati convoca il Parlamento e i delegati regionali per eleggere il nuovo capo dello Stato (art. 85). Il Mandato di Mattarella scade il 3 febbraio, Fico ha inviato la lettera per convocare il Parlamento in seduta comune. La prima votazione per eleggere il nuovo inquilino del Colle si tiene lunedì 24 gennaio alle 15. Saranno 1.008 o 1.009 i Grandi elettori riuniti in seduta comune: 321 senatori, 630 deputati e 58 delegati regionali (tre per regione, la Valle d'Aosta ne ha uno). Attualmente, però, il plenum è fermo a 1.007 componenti: 320 senatori e 629 deputati, più sempre i delegati regionali. Per effetto della riforma costituzionale, questa elezione è l'ultima che vede un numero così ampio di Grandi elettori. La costituzione prevede che nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l'elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell'Assemblea. Dal quarto scrutinio, il quorum si abbassa: per essere eletti basta la maggioranza assoluta: 504 voti. Per consuetudine votano prima tutti i senatori, poi i deputati e infine i delegati regionali. Lo spoglio, infine, viene eseguito dal presidente della Camera che legge in Aula i nomi del candidato uno ad uno ad alta voce.
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